La storia evolutiva del gatto domestico

Il gatto domestico, al pari del cane, appartiene all’ordine dei Carnivori, per cui la principale fonte di nutrimento è costituita da tessuti animali. Uno studio comparativo delle esigenze nutrizionali, caratteristiche anatomiche e adattamenti metabolici di queste due specie mostra tuttavia quanto si siano evolute in maniera differente l’una dall’altra.

Durante lo sviluppo evolutivo, il gatto è sempre stato un carnivoro obbligato. Il cane invece viene definito carnivoro opportunista in quanto ha sviluppato abitudini alimentari più simili a quelle degli onnivori. Questo è accaduto perché il cane ha vissuto per un maggior lasso di tempo a strettissimo contatto con l’uomo, adattandosi gradualmente al suo genere di alimentazione. Il cane, infatti, è stato addomesticato almeno 36.000 anni fa, mentre il gatto circa 10.000. Come l’uomo, il cane può utilizzare efficacemente componenti alimentari di origine sia animale sia vegetale, mentre il gatto è altamente dipendente dai tessuti animali per il soddisfacimento di specifiche esigenze nutrizionali.

L’antenato principale del gatto domestico è il piccolo gatto selvatico africano, Felis libica, che si nutre prevalentemente di piccoli roditori, consumandoli più volte durante il giorno. Nel corso della sua storia evolutiva il gatto si è adattato ad una dieta carnivora pertanto non può ottenere tutti i nutrienti necessari dai prodotti di origine vegetale.

Il fabbisogno proteico dei carnivori obbligati, come il gatto, è superiore a quello della maggior parte dei mammiferi, incluso il cane. Il gatto non ha mai sviluppato la capacità di adattarsi ad una dieta povera di proteine. È stato, infatti, dimostrato che gli alimenti di origine animale a base di carne e visceri siano, sotto il profilo nutrizionale, superiori agli alimenti di origine vegetale.

Elementi nutritivi essenziali per il gatto domestico

Aminoacidi

L’elevato contenuto proteico della dieta è necessario anche per fornire adeguate concentrazioni di due aminoacidi: l’arginina e la taurinaL’arginina rappresenta un componente essenziale del ciclo dell’urea. A differenza di altri animali, il gatto non riesce a sintetizzare autonomamente questo aminoacido che deve essere necessariamente introdotto con la dieta. La taurina è importante per l’attività cardiaca, la funzionalità retinica, la riproduzione e la coniugazione degli acidi biliari (secreti attraverso la bile per facilitare l’assorbimento di grassi e vitamine liposolubili). Mentre la maggior parte dei mammiferi può sintetizzare la taurina, il gatto non può farlo.

Vitamina B3

Un’altra caratteristica metabolica del gatto riguarda la sua incapacità di convertire l’aminoacido triptofano in vitamina B3 idrosolubile (niacina). Anche questo deficit può essere attribuito al consumo di una dieta composta esclusivamente da fonti animali durante il suo sviluppo evolutivo. I tessuti animali contengono livelli elevati sia di triptofano sia di niacina, di conseguenza, il regolare consumo di una dieta carnivora nella sua storia evolutiva non ha determinato una pressione selettiva per la sintesi di niacina a partire dai suoi precursori.

Acidi grassi omega 6

Alcuni lipidi sono necessari per il normale metabolismo felino, in particolare due acidi grassi omega 6, l’acido linoleico e l’acido arachidonico. Nella maggior parte degli animali, tra cui il cane, due enzimi chiave convertono l’acido linoleico in acido arachidonico. Il gatto invece non è in grado di sintetizzare quantità adeguate di acido arachidonico a causa della bassa attività di un enzima presente nel fegato. Una carenza di questi due acidi grassi può avere effetti negativi sulla riproduzione, sulla coagulazione del sangue e sulle condizioni della cute e del mantello.

Vitamina A

Gli animali necessitano fisiologicamente di vitamina A. La maggior parte di essi può convertire i precursori, come il beta-carotene, in vitamina A attiva. Ciò non è possibile per il gatto, che è privo dell’enzima intestinale responsabile della scissione del beta-carotene in due molecole di vitamina A. Per questo motivo il gatto necessita di assumere vitamina A con la dieta, mentre altre specie animali possono utilizzare efficacemente i carotenoidi di origine vegetale. Ancora una volta, questa peculiare necessità nutrizionale deriva dallo sviluppo evolutivo del gatto, strettamente dipendente dai tessuti animali anziché da quelli vegetali.

Essendo un carnivoro stretto, l’apporto di carboidrati è trascurabile, poiché il suo organismo è privo di riserve significative di questi elementi.

Caratteristiche anatomiche del gatto

Alcune specifiche caratteristiche anatomiche dell’apparato digerente del gatto rispecchiano il normale comportamento alimentare e la dieta tipica di questo carnivoro:

  • La presenza di denti canini perforanti, denti ferini affilati e la mancanza di denti trituranti indicano l’attitudine del gatto a strappare la carne masticandola poco o nulla prima di deglutirla
  • La lingua è dotata di papille a forma di uncino con la funzione di asportare i brandelli di tessuto delle prede
  • Lo stomaco è relativamente ampio
  • L’intestino tenue risulta breve e semplice, questo indica che la digestione deve essere rapida, efficace e completa, al fine di liberare i nutrienti assorbibili. La dieta del gatto, come quella di altri carnivori, deve essere pertanto concentrata e altamente digeribile.

Il gatto deve essere nutrito da carnivoro, perché molti dei nutrienti necessari al suo metabolismo sono contenuti esclusivamente nei tessuti animali. Bisogna puntualizzare che il gatto possiede, seppur in minima parte, la capacità di utilizzare alimenti di origine vegetale, come fibre e amidi, inclusi comunemente nei mangimi industriali, ciò nonostante il suo metabolismo è specificamente programmato per i principi nutritivi forniti dai tessuti animali.

In conclusione, benché il gatto sia addomesticato da migliaia di anni, possiede ancora le esigenze nutrizionali simili ai suoi antenati selvatici.

Staff Veterinario Arcaplanet

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